Le differenze per lo smaltimento cialde e capsule
La tematica dello smaltimento di cialde e capsule è estremamente attuale e il problema è dibattuto un po’ ovunque, visto che non sempre le monodosi usa e getta per preparare il caffè possono essere smaltite o riciclate. Gli amanti del caffè ormai non vogliono più rinunciare ad una bevanda preparata con la macchina automatica, ma prima di spiegare nel dettaglio cosa fare con le cialde, bisogna capire qual è la differenza con le capsule, una distinzione che ancora oggi sfugge a molti.
La cialda è sostanzialmente una bustina di carta che contiene un quantitativo standardizzato di caffè, di solito circa 7 grammi. L’involucro è composto in parte da cellulosa e assomiglia un po’ a quello che viene usato nelle bustine da te. Stando a quanto sta scritto nelle indicazioni generali riportate sulle confezioni, i pezzi usati dovrebbero essere gettati nell’umido. La particolarità della cialda è che il caffè viene sigillato e isolato con materiali più naturali, quindi il sapore del risultato finale dovrebbe conservare completamente la fragranza e l’aroma della materia prima appena torrefatta.
La capsula è un rivestimento cilindrico realizzato in plastica o alluminio che contiene tra i 5 e i 7 grammi di caffè, a seconda delle marche. Le componenti usate per isolare la materia prima sono meno naturali, ma al tempo stesso riescono a garantire una protezione un po’ più completa. Per smaltire le capsule bisogna separare le varie componenti. Innanzitutto deve essere estratto il caffè poi, se necessario, anche alluminio e plastica vanno divisi. Le varie componenti devono essere sciacquate e gettate nella raccolta della plastica o dell’alluminio. In alcuni casi le aziende producono capsule interamente compostabili da buttare nell’umido. Anche il caffè va gettato nell’umido, ma chi vuole può utilizzarlo come concime.
Le fasi dello smaltimento cialde
Lo smaltimento cialde è abbastanza semplice e veloce, dal momento che la maggior parte delle aziende produttrici si è finalmente decisa a produrre cialde realizzate con materiali completamente biodegradabili, compostabili e riciclabili. In questi casi la cialda si decompone velocemente e, nell’arco di poco tempo, non lascia alcuna traccia, quindi l’impatto ambientale è praticamente pari allo zero.
Come in tanti casi, tuttavia, non si può avere la certezza matematica che una cialda rispetti gli standard della maggior parte dei produttori. Di conseguenza, diventa necessario leggere bene tutte le informazioni riportate sulla confezione. Generalmente sono indicati quanto meno i materiali principali utilizzati per l’imballaggio, in modo tale che i consumatori più attenti all’ambiente possano capire come comportarsi.
Circa vent’anni fa è nato il consorzio ese, una collaborazione tra sette importanti produttori di caffè, che ha deciso di adottare delle misure comuni nella preparazione e nel trattamento del caffè e di altri prodotti del settore. La cialda ese 44 è un formato estremamente diffuso, compatibile con tutte le macchine automatiche e soprattutto realizzato completamente con materiali riciclabili, quindi acquistando questo prodotto si ha la certezza di poter gettare le cialde usate nell’umido.
Una volta preparato il caffè la cialda va rimossa dalla macchina, strizzata un po’ se risulta eccessivamente bagnata e buttata nella raccolta dell’umido. Chi ha un giardino o qualche pianta a volte sceglie di utilizzare la materia prima come fertilizzante. In questi casi conviene rimuovere la dose di caffè con l’aiuto delle forbici, perché si potrebbero avere alcuni problemi a fare tutto solo con le mani. Il caffè è un ottimo concime e la preparazione naturale della cialda permette di conservarne al meglio gli effetti benefici per il terriccio.
Il dibattito sullo smaltimento cialde
Da diversi anni si discute sull’effettiva compostabilità dei materiali impiegati per realizzare l’involucro e sul metodo migliore per lo smaltimento cialde. In alcuni casi infatti sono state trovate delle tracce di materie termoplastiche, come ad esempio il polipropilene, impiegate nelle fasi di chiusura della cialda. Le indicazioni fornite sulle confezioni sono spesso ridotte all’osso ma, nonostante le tracce di materie non biodegradabili, alcuni controlli hanno stabilito che le cialde possono essere comunque gettate nell’umido.
I procedimenti per la preparazione delle cialde ese 44 sono più trasparenti. Il confezionamento avviene sempre singolarmente, usando dei fogli di triplice alluminio con l’iniezione di azoto o altri gas inerti prima della sigillatura. Sostituendo l’ossigeno con un altro gas si evita l’ossidazione della materia prima e la perdita del sapore fresco del prodotto, ma soprattutto si assicura l’utilizzo di materiali non dannosi per l’ambiente e assolutamente biodegradabili. La cartafiltro ese viene utilizzata non solo dalle marche che hanno aderito al consorzio, ma anche da altri brand particolarmente attenti all’impatto ambientale.
Nel corso degli anni il consorzio ese ha dato molta importanza alla certificazione di compostabilità dei prodotti messi in commercio. Dal punto di vista burocratico ancora non è possibile attestare l’effettiva biodegradabilità delle cialde, tuttavia sono stati fatti diversi test di controllo, per monitorare i tempi di smaltimento e altre variabili. I risultati sono stati positivi, quindi le cialde ese sono già considerate affidabili.